Ma si è soffermato sulla sua carriera, iniziata non prestissimo nell'Under 16 delle giovanili della Monti Rugby Rovigo, per poi approdare nella prima squadra a nemmeno 20 anni. "Quando ho iniziato il mio obiettivo era giocare con la Delta Rovigo Rugby - ha detto senza timore -. Mi sono impegnato molto e ho fatto sacrifici. Se devo suggerire qualcosa ai giovani per raggiungere i propri traguardi dico che serve proprio tanto impegno e costanza. Io prima di una partita non uscivo la sera, per arrivare in alto non si deve sgarrare". Ora, dopo la laurea, ha iniziato a lavorare nell'azienda agricola di famiglia, sempre a Lusia. "Io amo questo paese e non vivrei in nessun altro posto - ha ammesso - mi piace la sua tranquillità, si vive bene". Non disdegnerebbe nemmeno di fare il sindaco ha annunciato rispondendo ad una provocazione. "La paura più grande? La dieta - ha risposto senza esitazione - il piatto preferito la pizza e una cosa che lo commuove tanto è vincere la finale"- Nicola Pomaro è un ragazzo sano, con principi solidi, risoluto, molto amato dalla squadra proprio per il suo carattere mite. A dare il suo sostegno infatti alla cerimonia era presente anche il capitano Matteo Ferro, "in segno di amicizia" ha detto. Ma quando scende in campo, Nicola si trasforma: "Cerco di prenderne il meno possibile". L'amministrazione gli ha assegnato quindi una targa al merito ed una pergamena di ringraziamento. Poi l'atleta ha autografato un pallone da rugby che il Comune metterà in bella mostra nei locali del museo.