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Ieri
Il nome Lusia deriva dalla Gens Luxia, famiglia romana imparentata col console Caio Mario, valoroso e lungimirante comandante che fermò l'avanzata delle tribù germaniche su suolo italico (102 a.C. e 101 a.C.).

Qui si stabilirono i veterani romani

Lo stesso Caio Mario organizzò "fattorie" per sfruttare la fertile terra lusiana. Testimonianza di ciò lo troviamo nel gonfalone, conferito alla città nel 1953, sul quale è riportato l'ossuario del proprietario terriero Quinto Babio Cardilliaco, marito di Maria Terzia figlia di Mario.
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Attorno al 1100 il territorio fu conteso tra Veronesi, Carraresi ed Estensi; quest'ultimi eressero un castello lungo le sponde dell'Adige, come opera difensiva, e tradizione popolare narra che sorgesse proprio sui resti della villa in cui abitò Maria Terzia. Il ramo ferrarese della famiglia estense governò il territorio dal 1354 fino al 1395, quando, non riuscendo a saldare il debito contratto con Venezia, persero la contea di Rovigo che comprendeva Lusia.

La Serenissima comandava tutto il traffico fluviale Veneto; durante il lungo periodo di dominazione veneziana sul Polesine vennero edificati numerosi castelli e sorsero nuovi paesi attorno alle ville dei nobili, come l'odierna Cà Zen, sorta con l'arrivo dei nobili Zeno.Nel 1600 arrivò a Lusia una tra le più antiche famiglie veneziane, i Morosini, i quali adibirono il castello a loro casa di villeggiatura e avvirono la costruzione della chiesa arcipretale dedicata ai Santi Vito e Modesto; nel 1663 fu eretto il campanile alto 62 metri.

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Nel 1866 il Veneto entrò a far parte del Regno d'Italia. Tra la fine del 1800 e inizi 1900 fu sindaco di Lusia per trent'anni Dante Marchiori (1893-1927). Uomo amato e illustre, ricoprì svariate cariche importanti; fu nominato dal re Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia nel 1893 e Cavaliere del Lavoro nel 1910.

Lusia con il suo piccolo centro urbano a ridosso del fiume Adige, con la sua chiesa arcipretale e la villa Morosini rimase tale fino alle ore 11.30 del 20 aprile 1945 quando le forze alleate per rallentare la ritirata dei tedeschi bombardarono il ponte stradale distruggendo più di metà paese, chiesa e castello compresi. L'opera di ricostruzione rifondò Lusia a circa 300 metri dall'Adige con la sua nuova chiesa, inaugurata nel 1958.